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      Riguardo alle nostre replicate guerre co’ Turchi, abbiamo, in vero, riportate molte insigni vittorie; spesso fummo felici, sempre gloriosi, ed avemmo generali degni di essere paragonati ai più rinomati della Grecia e di Roma. Sopra tutto la guerra per la difesa di Scutari, e quella delle Curzolari potrebbero meritare un posto distintissimo nei fasti della Repubblica, se non venisse D. Giovanni d’Austria a contrastar la palma al nostro Sebastiano Venier, e se il principe Colonna non vi ci avesse egli pure le sue giuste pretensioni. Non m’arresto su ciò che avvenne all’occasione della Lega di Cambrai. Quella fu guerra terrestre, ed in conformità alle nostre leggi, fu diretta da comandanti ed ufficiali stranieri; nè certo il suo esito ci dà gran motivo d’insuperbirci per conto di virtù marziale. Ci può bensì meritar la stima dell’osservator filosofo, l’aver saputo stornare i rigiri d’una falsa politica colla prudenza e col senno; e possiamo anche vantarci, che in quell’incontro, forse più che in altri, venne autenticata la bontà del Governo Veneto dall’amore e dalla fede de’ sudditi verso di esso, i quali, in tanto precipizio di cose, anzichè abbandonarlo, gli si strinsero a’ fianchi, e fecero, che la Repubblica acquistasse gran partedi ciò che avevale involato la guerra.
      Concludasi col ripetere, che l’assedio di Candia dee formar l’epoca più illustre della nostra storia. Esso fu come il suggello del grande impegno ch’ebbero sempre i Veneziani nel tener lontana dalla cristianità la barbarie ottomana.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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