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      Se voi aveste inteso... Ma ho per giudice un cuore indifferente, non spero perdono."
      Qual frutto amarocontinuò egli "raccolgo dal mio delitto. Ah! Miss, Miss, non siete voi la sola ingannata, io ho ingannato ancor più me medesimo. Riflettete allo stato vostro, e allo stato mio; voi non siete colpevole, voi non avete alcun rimprovero a farvi; voi potete essere afflitta, ma non mai umiliata. Io solo deggio arrossire dinanzi a voi, gemere a' vostri piedi, tremar della vostra collera. Ho goduto, voi dite, dei frutti della vostra credulità? No, non ho goduto di niente. Voi non avete ricompensata la mia tenerezza con uguale sensibilità; voi vi siete sottomessa, e non vi siete giammai donata. Un amore vivo, appassionato, continuamente stimolato dalla speranza di vedersi da voi corrisposto era stato sempre l'unico progetto del mio cuore. Il desiderio ardente di possedervi non uguagliò mai nel mio cuore quello di piacervi, di essere amato da voi di far nascere e di conservare la vostra affezione. Giudicate dello stato mio presente dal mio dolore, dal tormento orribile di un uomo che vi adora, che vi ha mortalmente offesa, e non attende da voi che odio e disprezzo."
      Parlò lungo tempo ancora, ma io non era più in istato di udirlo; il mio capo imbarazzato, alterato, non era più in grado d'intendere, né di concepire. Una sete ardente mi divorava; io respingeva milord Danby, e gli faceva de' segni perché sortisse, perché mi lasciasse. La di lui ostinazione a parlarmi, a dimorare a ginocchio vicino di me, eccitò la mia impazienza.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
pagine 285

   





Miss Danby