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      Il desiderio di allontanarmi da un luogo dove io viveva in certo modo dipendente da lui, mi faceva desiderare il perfetto ristabilimento della mia salute. Io non sapeva ancora ch'essendo per ordine suo prigioniera, la libertà non mi sarebbe accordata senza delle condizioni ch'io non poteva prevedere.
      I miei effetti più preziosi, e tutto ciò che serviva alla mia persona, erano stati trasportati in casa di Palmer. Incaricai Lidy di separare dai doni di milord Danby quello che mi apparteneva, vale a dire un resto di quello che possedeva alla mia partenza da Oxford. Avrei desiderato di ritornare nella casa di mistriss Mabel, scrivere a miledy Rutland, implorare le di lei bontà, domandarle un asilo; la sua protezione era divenuta la mia sola speranza. In ogni maniera decisa era di allontanarmi da un luogo, che per tanti titoli doveva essermi odioso. Feci pregare mistriss Palmer di passare nel mio appartamento; dopo averla teneramente ringraziata delle di lei attenzioni e compiacenze le feci nota l'intenzione che io aveva di sortire dalla sua casa. Questa donna confusa e smarrita mi presentò una lettera di milord Danby e mi pregò, ritirandosi, di non imputar a lei le mie inquietudini se mi vedevo contrariata ne' miei desideri.
      Il mio primo movimento fu di rifiutare la lettera con isdegno, e di ostinarmi a sortire. Lidy, prevenuta ch'io non era padrona di cambiar dimora, fu costretta a scoprirmi le viste di Milord sopra di me, e il piano da lui formato per il mio stabilimento.
      In luogo degli articoli che vi legavano a sir James,


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
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