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      Desiderava ch'ei si affliggesse con me, che mi compiangesse, che fosse a parte delle mie pene, e che meschiasse le sue lacrime colle mie. Le mie tenere espressioni gli dipingevano i sentimenti dolorosi del mio cuore, ma non gli davano speranza alcuna della mia resistenza al progetto di cui si trattava. Non mi credeva in diritto di oppormi alla volontà di lady Lattimer, e mi riguardava come una vittima destinata al sacrifizio.
      Nel caso mio la solitudine mi pareva dolce, ma la necessità di dar la mia lettera io stessa al conte d'Anglesey mi sforzava a discendere. Mi resi secondo il solito all'appartamento di lady Lattimer, e mi sforzai di chiudere la mia tristezza nel fondo del mio cuore; quando il Conte entrò, provai un turbamento estremo; egli era informato della comune nostra sventura; i di lui occhi rossi e infiammati indicavano ch'egli avea pianto, il pretesto di un dolor di capo coprì la cagione della sua tristezza, ma la sua aria abbattuta interessò tutto il mondo; io mi avvicinai a lui, gli domandai come gli altri qualche circostanza sopra la sua salute; egli mi diede secretamente una lettera, ed io gli diedi la mia. Non potendo sostenere la sua presenza senza lasciare scorgere il mio dolore, mi ritirai facendogli conoscere da un segno la ragione che mi costringeva a sortire.
      Chiusa nel mio gabinetto, aprii il foglio; l'idea che ben presto non mi sarebbe più permesso di riceverne da una mano sì cara, raddoppiò l'amarezza delle mie inquietudini. Faticai moltissimo per poter leggere dei caratteri formati in fretta, ed in una circostanza che non potevano essere dettati tranquillamente.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
pagine 285

   





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