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      Superando al fine l'apprension de' rimproveri ch'egli aveva meritati, entrò un giorno nella mia camera; la sua vista mi fece gettar un grido, e fui vicina a perder l'uso de' sensi; il cambiamento ch'ei vide in me lo penetrò di dolore:
      Grande Iddio!
      esclamò egli "in quale stato trovo la mia Adeline? O mia tenera e sventurata amica!"
      Non poté egli dir d'avvantaggio; i sospiri soffocarono la sua voce, cadde a ginocchi innanzi il mio letto, prese le mie mani, mi sforzai ritirarle, ma serrandole fra le sue, baciandole con ardore, le bagnò di lacrime; vedendo cader le mie, un movimento di compassione gli rese la facoltà di parlare; si alzò, e stringendomi al seno:
      Ah! non mi scacciar dalla tua presenza,
      diss'egli tremando e balbuzzando "non mi punire, perdonami, mia adorata Adeline, non privare de' tuoi sguardi un colpevole che confessa e detesta i suoi torti: credi al suo pentimento. Vano, leggero, sedotto, infedele, non sono più degno di te, ma se il tuo cuor generoso non si è scordato affatto del mio, restami un raggio di speranza sufficiente a sostenermi in vita; permettimi di piangere a' tuoi piedi il disordine della mia condotta, che meritar mi ha fatto la tua indifferenza, i tuoi disprezzi."
      Mentre egli parlava, delle lacrime di tenerezza, di dolore e di consolazione m'innondarono il seno, e si confondevano con le sue. Gettai le mie braccia al suo collo, e stringendolo quanto la mia debolezza mi permetteva:
      Ah! come,
      gli dissi "come avete potuto, crudele, abbandonarmi, fuggirmi, ridurmi allo stato deplorabile.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
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