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      Penetrata da queste idee, presi il partito di sacrificarmi alla sua felicità, e di tutto tentare per ricondurre la calma nel di lui spirito, e la pace nel di lui cuore.
      Dopo la nostra partenza da Londra, il conte d'Anglesey non tenne commercio alcuno di lettere con sir Charles di lui fratello. Aveva questi ricevuto degli ordini rigorosi da milord Arundel suo padre di non riceverne, e ricevendone di non rispondervi; tutto ciò mi era noto; ciò non ostante osai ricorrere a lui nell'amarezza del mio cuore; gli scrissi: la mia lettera cominciava da una pittura toccante sulla situazione del di lui fratello, non gli celai cosa alcuna; la mia fiducia fu senza riserva: lo supplicai d'intercedere presso di milord Arundel suo padre il perdono del Conte, d'impiegare le sue attenzioni, i suoi sforzi per riaprirgli la casa paterna, di accogliere con indulgenza un figlio sventurato di già punito abbastanza da' suoi rimorsi, dal suo rossore, e dalle dure pene lungamente sofferte. Io prometteva di non offrirmi agli occhi di milord Arundel per non rianimare in lui quello sdegno, che senza ragione doveva aver contro di me concepito. Contenta di questa felice riconciliazione, mi sarei ritirata nel fondo di una provincia lontana da Londra, avrei vissuto sola, senza esigere assistenza alcuna da una famiglia nella quale portato aveva il disordine e la desolazione. In questa guisa, non avendo io alcun interesse personale nella preghiera ch'io gli faceva, poteva assicurar sir Charles che tutti i miei voti sarebbero stati adempiti, se col sacrifizio della mia persona poteva render al conte di Anglesey la protezione di suo padre, l'amicizia di suo fratello, e la speranza di ristabilire la di lui sorte.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
pagine 285

   





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