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      Venite miledy d'Anglesey," soggiunse "venite a Londra. Degnate di venire a divider meco il mio stato e la mia fortuna. Da questo momento vi do, sopra tutto quello che mi appartiene, l'autorità che accorderei a una moglie o a una figlia, e avrò per voi la condiscendenza, il rispetto e la tenerezza ch'ella avrebbe diritto di attendere da me.
      Il tuono con cui milord Arundel mi fece quest'obbligante preghiera, mi persuase che l'affliggerei rifiutando. Acconsentii dunque a' suoi desideri. Al mio arrivo in Londra, trovai lady Lattimer disposta a dimenticare l'ingratitudine con cui aveva pagata la sua tenerezza e la sua bontà. Piansi nel rivederla; ella mi rese la sua amicizia, ed ha attribuita la mia imprudenza alla mia gioventù. Mi vidi ben presto circondata da una corte brillante; tutti procuravano compiacermi; tutti aspiravano a divertirmi. L'afflizione ch'io non aveva ancora sradicata dal cuore, mi faceva ricevere tutto ciò con indifferenza; ma le attenzioni degli altri, se non vagliono a consolarci, servono almeno per distrarci; se lo stato in cui mi vedeva non bastava per farmi scordar le mie pene, le raddolciva in gran parte.
     
      Che l'amicizia v'impegni ad imitarmi, mia cara Jenny,
      continuò la Contessa "promettetemi di non più alimentare la vostra melanconia. Milord Arundel mi ricerca sempre se siete contenta; in tutte le lettere ch'ei mi ha scritte dal campo, non faceva che ripetermi il piacere che ha avuto di far la vostra conoscenza, e quanto caro gli sia che continuate ad amarmi ed a viver meco; ma il fine della campagna è vicino, egli ritornerà a Londra ben tosto, e noi andremo a raggiungerlo.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
pagine 285

   





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