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      Ritornato milord Arundel a Londra, si abbandonò ad una nera melancolia, che lungi di diminuire in mezzo al tumulto del mondo e dei divertimenti della stagione, aumentava di giorno in giorno. Tristo ed inquieto amava la solitudine, si chiudeva nel fondo del suo appartamento; ma s'ei perdette la sua giovialità ordinaria, conservò la dolcezza naturale del suo carattere. Incapace di gustare alcun piacere, si occupò sempre della felicità di tutti quelli che lo avvicinavano.
      La contessa d'Anglesey, teneramente attaccata a milord Arundel, era a parte delle di lui pene, senza mostrar di conoscerne la sorgente. Mi accorsi col tempo, che avevano fra di loro delle conferenze secrete, alle quali non mi lasciavano intervenire.
      La condotta di Milord a mio riguardo non era totalmente cambiata; egli non solo non mi evitava, ma rivedevami sempre con aria di amicizia e di satisfazione; sfuggiva però le occasioni di parlarmi; trovandomi per avventura sola con esso lui, s'io era la prima a parlargli non rispondeva che con dei monosillabi; attento a' miei movimenti, tutte le mie azioni mostravano interessano, ma se lo pressava di confidarmi il soggetto della sua agitazione, si turbava, abbassava gli occhi, sospirava, e partiva.
      La di lui riserva, quella della Contessa, e le continue mie osservazioni mi fecero credere ch'io fossi l'oggetto della tristezza e dell'uno e dell'altra.
      Mi sovvenne la lettera di Milord, pensai al di lui attaccamento per me, ai progetti che traspiravano in mio vantaggio nel di lui foglio, ed al ristabilimento della di lui sposa, che traversava forse tutti i di lui disegni.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
pagine 285

   





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