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      Miledy d'Anglesey, cedendo finalmente alle leggi della natura, si assopì verso l'aurora; risvegliatasi qualche ora dopo, e trovando l'eccesso del suo dolore calmato, si determinò ad occuparsi degli affari seriosi che ci riguardavano; interessata forse più per me che per lei medesima, fece ella sapere a milord Morgan che sarebbe stata in grado di riceverlo verso il mezzogiorno; mandò indi a pregare la duchessa di Surrey di passar da lei il più presto che le fosse possibile, e mi fece avvertire di andarvi io medesima, tosto che la Duchessa fosse di là sortita. Eseguii esattamente gli ordini dell'amica. La nostra conversazione consistette in lacrime ed in singulti per qualche tempo; calmatosi a poco a poco l'affanno che ci opprimeva egualmente, dissemi ch'ella attendeva fra pochi istanti milord Morgan, e che dovendosi trattare probabilmente delle ultime volontà di un amico che ci amava entrambe teneramente, la mia presenza doveva essere per tutti i titoli necessaria.
      Voleva io sfogar il mio cuore in dimostrazioni di riconoscenza, di affetto; m'interruppe ella per informarmi del colloquio che avuto aveva colla duchessa di Surrey.
      Invitata da me questa dama,
      disse miledy d'Anglesey "comparve ella nella mia anticamera con suo nipote, mi fece chiedere la permissione d'introdurlo nel mio gabinetto. Le feci rispondere che non poteva riceverlo in quel momento, e che io la pregava di entrar sola, o di differire ad un altro tempo l'onore della di lei visita. Entrò sola la Duchessa, ma con aria che dimostrava di essere di me malcontenta; mi salutò gravemente, mi complimentò su la perdita ch'io fatta aveva; e mi chiese, senza sedersi, che cosa aveva da dirle.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
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