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      Conciosiache l'Omne si adatta alle quantità discrete, il Totum alle continue, & il Perfectum alle forme essentiali, & accidentali ancora. Ogn'uno però di essi termini dinota pienezza di perfettione. Aggiunge a questa dimostratione una positione di Pittagorici per
      confermarla: cioè che le cose habbino la lor perfettione nel principio, mezo e fine, che si racchiudono nel numero ternario; e che questo numero sia, per natural instinto eletto, come cosa perfetta al sacrificio delli Dei, (à quali con vittime, orationi, & incensi gli Antichi sacrificavano), e per certe esposittioni, o locutioni greche questo (per eccellenza) sia il numero che prima de gli altri meriti il titolo di perfetto; gia che al binario si dice Ambo, non già Omne, come si fà al ternario. Per tutte queste cagioni dunque intende haver provato Aristotile, che il corpo sia perfetto. Contra la qual determinatione primieramente argomenta il Signor Galileo. Consideraremo per tanto le sue obiettioni, e vedremo di quanto momento siano, e per più familiar discorso volgerò il parlare con termini riverenti all'istesso Signor Galileo.
      Credete dunque, avanti ogni altra cosa, che Aristotile con la predetta dottrina habbia voluto provare la perfettione, & integrità del Mondo? Ecco le parole vostre formali, à car. 2: è il primo passo del progresso peripatetico quello, dove Aristotile prova l'integrità, e perfettione del Mondo, coll'additar come ei, non è una semplice linea né, una superficie pura, ma un corpo adornato di lunghezza, di larghezza e di profondità &c.. E pure (rispondo io) è manifesto, per la lettera di esso Aristotile (la quale io non ho voluto rescrivere ad unguem per fuggir il tedio, e sanno i dotti, che non mento in queste citationi), che quivi non intende egli provar sin ora in modo alcuno, che il Mondo sia perfetto; ma sì bene il corpo, che è il suo genere; e da questo metodicamente discendere alla propria perfettione di esso Mondo; come che se alcuno provasse, l'animale esser perfetto, perche è sostanza animata, non perciò havrebbe provata la perfettione speciale dell'huomo, anzi, persistendo in questi universali, potrebbe paralogizando conchiudere che l'huomo, & il cane fussero egualmente perfetti, in questa maniera la perfettione dell'animale consiste nell'esser sostanza animata sensitiva; il cane, e l'huomo sono ugualmente sostanza animata sensitiva; dunque sono egualmente perfetti; così appunto, se questa fusse la propria perfettione dell'Universo, esso sarebbe egualmente perfetto con un legno, un sasso e simili cose corporee vilissime, havendo ciascuna di esse queste tre assignate dimensioni: è dunque perfettione questa del genere, la quale è partiale e mancante in comparatione delle sue specie, come vedete nell'essempio sudetto.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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