Pagina (29/230)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Or sentite.
      Dice Aristotile che il moto semplice naturalmente conviene a i corpi semplici, il composto a i composti; e poi soggiunge; i corpi misti moversi secondo il predominio di semplici, come le cose gravi dal predominio dell'acqua, ò della terra, le levi dell'aria, ò del fuoco; e quì vedete che alcuni misti non hanno moto naturale diverso da quello de gli elementi, ma solo si movono dal predominio di alcuni di essi. Oltre di questi si trovano altri misti, che necessariamente hanno il moto misto di retto, e circolare, ò vogliam dir tortuoso. È dunque la dottrina di Aristotile tale: De i moti, altri son circolari, altri retti, altri misti. I circolari convengono a i corpi celesti, i retti a gli elementi, & anco à tutti i misti inanimati, i quali non hanno altro moto che dell'elemento predominante; talche non solo la terra, ma ancora le pietre, l'oro, l'argento, il piombo e l'altre cose tutte di terrea gravità, si movono rettamente verso il centro, così le levi verso il Cielo. Ma oltre ciò tutti gli animali si movono naturalmente di moto misto: tale è il moto progressivo, il volativo, il natativo, il serpitivo, e mille e mill'altri. Vi domando, se questi siano moti retti, ò nò? e se non sono retti, di che esclamate voi? dove trovate tante sconvenevolezze, tante impossibilità ed assurdi? Direte forse che questi non sono moti naturali? e perche? non divengono essi forse dall'anima, che è ne i viventi forma e natura principalissima? non è forse così naturale all'huomo, & al cavallo il caminare, come alla terra.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





Aristotile Aristotile Cielo