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      Raccogliesi dalla medesima mutation di figura che nessuna di esse è stella, ò altro corpo di figura sferica: imperoche trà tutte le figure, solo la sfera non si vede mai in iscorcio, ne può rappresentarsi mai, se non perfettamente rotonda; e così quando alcuna delle macchie particolari fusse un corpo rotondo, quali si stimano esser tutte le stelle; della medesima rotondità si mostrarebbe tanto nel mezo del disco solare quanto verso l'estremità, dove, che lo scorciare tanto, e mostrarsi sottili verso di tale estremità, & all'incontro spatiose e larghe verso il mezo, ci rende sicuri, quelle esser falde di poca profondità, o grossezza, rispetto alla lunghezza, e larghezza loro. Che le macchie dopo i determinati periodi ritornino le medesime per l'appunto, non lo crediate, Signor Simplicio, e chi ve l'ha detto vi vuole ingannare; e che ciò sia, guardate ch'ei vi ha taciuto quelle che si generano e quelle che si dissolvono nella faccia del Sole, lontano dalla circonferenza; ne vi ha anco detto parola di quello scorciare, che è argomento necessario dell'esser contigue al Sole. Quello che ci è del ritorno delle medesime macchie, non è altro che pur quel che si legge nelle sopradette lettere; cioè che alcune di esse siano tal volta di così lunga durata, che non si disfacciano per una sola conversione intorno al Sole, la quale si spedisce in meno di un mese. Poi, rivoltato al Signor Simplicio, gli dite, che secondo Aristotile bisogna anteporre il senso al discorso, e però, essendo questa cognition sensitiva deve, con Aristotile, stimarla più ferma che la propositione, la quale asserisce, il Cielo esser incorruttibile, già che è incertissima, e falsa.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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