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      Eccovene l'essempio à pennello. Sarà un stagno grandissimo di acqua: questo nel mese solo di Agosto facilmente del tutto si secca, & in diece anni, & in cento, non si sarà corrotta una piccola zolla di dura terra. E se questo è vero dell'acqua, sarà senza comparatione più vero dell'aria, che è più tenue della terra, se ben non così agevolmente si conosce da noi; e molto più saria del Cielo, che (per voi) è tenuissimo più dell'aria: talche non sarebbe inconveniente, anzi forse necessario, che alcuna stella si corrompesse e l'altre si generassino; e forse anco tutte, militando con l'istessa ragione, che ciascuna di esse. Sarebbe anco impossibile che questo non si vedesse da noi, essendone il Cielo posto in prospettiva, e le stelle visibili e luminose. Di più, secondo la vostra positione sarebbe necessario, che in verità se ne fussero generate e corrotte
      di novo; perche se à tempi nostri si generano e si corrompono (come dite), & è l'istessa natura celeste ora che fù sempre, havranno per il passato fatto l'istesse continue mutationi, nel modo che l'altre cose generabili e corruttibili sono sempre sottoposte à queste vicissitudini; & la natura (come è noto à ciascun intendente) opera sempre nell'istessa maniera. E pur niuna di queste mutationi si è osservata giamai, e tutte le stelle numerate da gli Antichi si numerano anco da noi senza diversità di sito fra loro, come ancor voi confessate; qual varietà dunque si sarà fatta nel Cielo? ò qual non potrà esser stata osservata? Il dire, che in terra non siano stati Selinografi, è un detto voluntario.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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