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      La terra è materia onde le cose generabili devono prodursi, perciò è necessario che ella sia soggetta à variabilità o corruttioni, quasi a guisa del seme nella generatione de' viventi, ò il cibo nel ristorar le sostanze animate. L'altre cose naturali, essendo differenti dalla terra, non è mestieri che habbino la corruttibilità à questo fine; anzi la corruttibilità, secondo la propria formalità, è anco ella imperfettione alla terra, & ovunque si sia, essendo formalmente, ò essentialmente imperfettione overo mancamento. Di più. Chi può operare senza suo danno ò ruina, è senza dubio più nobile e più vigoroso di quello che con suo eccidio concorre all'opre. La terra col corrompersi concorre alla generatione, dunque in questa parte è impotente, imperfetta e manchevole. Se dunque per altra via altro agente naturale senza alcun patimento concorra a gli stessi effetti, non sarà egli più nobile? E se il Cielo, senza patir nulla in genere di causa principale, effettiva (degnissima incomparabilmente sopra la materiale), produca tutti gli effetti della terra, che havrà bisogno per tal fine di esser corruttibile, acciò sia più perfetto? Non vedete, che nel vostro discorso variate le cagioni, che applicate le conditioni delle cause materiali vili alle efficienti supreme? può forse la materia operar da se sola? una femina concepirà senza il maschio? Nell'effetto dunque di produr fiori, e frutti, più operarà il Cielo che la terra, e senza alcun suo detrimento: dunque è meglio, & ragionevolissimo che non sia incorruttibile(4). Ma sento qual sia il vostro pensiero.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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