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      Lo confermate con esperienza di un specchio parimente sferico, da cui, in comparation del piano, poco lume riflesso si scorge: & al proposito, la Luna tersa, per la sua rotondità, non egualmente per tutto ci renderebbe i raggi solari, ma più tosto restarebbe invisibile, ò da una particella solo visibile; talche reflettendocili da ogni banda, è necessariamente aspra.
      10. La cagione perche nel scabro si vegga il lume per tutto, e nel terso no, è (dite voi) questa: perche l'esser aspra la superficie, è l'istesso che esser composta d'innumerabili superficie piccolissime, disposte secondo innumerabili diversità d'inclinationi; tra le quali diversità accade, che ne siano molte disposte à mandar i raggi riflessi da loro in un tal luogo, molt'altre in un altro; & in somma non è luogo alcuno al quale non arrivino moltissimi raggi riflessi da moltissime superficiette, sparse per tutta l'intiera superficie del corpo scabroso, sopra il quale cascano i raggi luminosi; dal che nasce che da ogni parte in cui si ricevono i raggi incidenti, vengono anco i riflessi. Ma la sferica e liscia li raccoglie quasi in un punto; e perciò ne i corpi bruniti si vede per tutto oscuro, eccetto che da una minima parte, non essendo ivi la diversità delle superficie, &c.
      11. Proponete inoltre due dubbi curiosi. L'uno è, perche la maggior inegualità di superficie habbia da far più potente riflessione di lume.
      12. L'altro, perche i Peripatetici vogliano questa esatta figura circolare ne i corpi celesti, & al proposito, nella Luna.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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