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      Mi dichiaro. Si riflette il lume da i corpi, ò dalle lor superficie aspre, & opache, & è grande il riflesso da ogni parte, come si vede; ma però questo lume, riflesso alquanto da lontano, languisce, e degenera dalla vivezza del primo lume originario, non rende distinte e spiccate l'ombre, ma confuse, e quasi invisibili. Ma se questo riflesso si faccia da un corpo liscio sì, ma non già trasparente, come sarebbe pur l'alabastro, ò altra materia solida; havremo il riflesso sufficiente, e la distinta apparenza dell'ombre, come appunto accade del lume della Luna. E così la via di mezo in questa determinatione era bene di eleggere, e non venir a due estremi di puro aspro e di puro diafano. E dunque (conchiudo) la Luna, per il determinato riflesso del lume solare, ne diafana ne meno aspra, et ineguale, ma egualmente liscia senza real trasparenza.
      9. Da questa decisione l'altre vostre ragioni restano probabilmente solute. E volentieri vi si concede, dal corpo sferico farsi picciolissima riflessione; e voi combattete gratis contra chi non vi è contrario; vibrate la spada al vento, fingete chimere e mostri a vostra voglia; e da voi stesso, come veramente finti, gli dissolvete in fumo; ma ve ne gloriate, come aveste superati i veri & insuperabili.
      10. Che la cagione per cui nel corpo scabro si vegga il lume per tutto, sia l'esser la sua superficie composta d'innumerabili superficiette piccolissime, disposte secondo innumerabili diversità d'inclinationi &c. Io non sò come possiate ciò con ragione imaginarvi.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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