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      E per questo immoderatamente amplificare che nell'istessa maniera si contengano i sensi ne i suoi scritti come tutte le cose nell'Alfabeto, ò tutte le pitture ne i colori, non è da persona amica sinceramente dell'investigation del vero, ma più tosto da mordace & invida dell'altrui gloria. L'esser egli recondito, e succinto, è virtù, è gravità venerabile, conveniente à sì alto soggetto, di cui si tratta, alla fama di chi ne scrive, e forse allo stile di quei tempi, alla Greca Filosofica elocutione. Sarebbono facultà communali, se al modo triviale da gli huomini grandi si conferissero, & voi stesso, nel principio del vostro primo Dialogo, non commendate Pittagora che habbia servato circa i numeri questo medesimo stile, per le medesime cagioni? perche dunque lo biasimate in Aristotile? Non sono per tanto i seguaci di esso pusillanimi, ma vivacemente modesti seguono quelle insegne, che vittoriose trionfano gloriosamente de gli altri. E quantunque in molte materie apparisca dubbio, ciò avviene, per esser elleno, per la loro altezza dall'intelligenza nostra remote, e perche forse in effetto per vie naturali sono problematiche, e come tali disputabili da ambe le parti; e qual altro determinatamente con dimostrationi infallibili le risolve? trovatene pur uno voi, & havrà in ciò seguito più di Aristotile. Non è dato à gli huomini saper distintamente i misteri reconditi della Natura, ma assai è degno di lode, e metodicamente procede, chi determina nella maniera che esse sono da noi intelligibili, ò che il nostro intelletto le capisce.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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