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      E voi stesso concedete alla Terra tre moti insieme, non meno oppositi che i predetti del Cielo. Di modo che (tornando a riconcludere in universale,) ne per causa di termini, ne per unità pura di spatio, ne per opposition di mobili, ne per identità di poli, hanno i celesti moti contrarietà fra loro. Et all'opposito, per communicatione di beni, per diversità di effetti, per connessione di operare, per dipendenza & ordine ad un primo, gli inferiori devono participare il moto del più nobile: e così esso, e non la Terra, è ragionevolissimo, che si mova: ò che i Cieli dalla Terra dipendano; & ella sia il primo mobile; or dite pur voi.
      6. L'ordine che, dite, si servarebbe, ponendo la terra mobile, non è di alcun momento, ne convenevole al fatto presente de i moti celesti, ne concordante con l'altre vostre positioni. Già voi dite che secondo che un orbe è maggiore, finisce il suo rivolgimento in tempo più breve(8), &c. Ciò (dico) non è universalmente vero, e perciò l'ordine non è invariabile, ne da voi si potrà tirar giusta la conseguenza del vostro intento. Venere, e Mercurio (come riferiscon di commun consentimento gli Astronomi) si movono in tanto tempo in quanto si move il Sole; overo in tempo uguale fra loro, che basta, già che voi ponete il Sole immobile, e pure non sono questi orbi eguali, ma di gran mole ineguali, & eccedenti, ò eccessi, come sapete benissimo. Meglio sarà per tanto ponere l'ordine che Aristotile assegna, non però del tutto invariabile, ma assai men fallace del vostro.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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