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      I quali, di suo natural movimento correndo per il Zodiaco & essendo sempre in un medesimo modo da i poli de i proprij orbi lontani, per il ratto del primo mobile a i poli di esso or si accostano or si dilongano. Supponete anco in questa induttione tre cose, che sono ò del tutto false, ò almeno hanno bisogno di stirata espositione. L'una, che le stelle fisse si movino da sua posta, altrimenti l'approssimarsi a i proprij poli del suo orbe sarebbe ridicolo, & a i poli de gli altri orbi è necessario, ond'il discorso vostro è nullo. Ne il moto della Terra potrebbe ad ogni stella rispondere, se pur non havesse ella tanti moti, quante ha stelle la sfera stellata. Et il moto delle stelle da se stesse è da voi nel sesto inconveniente deriso. Secondo, che negando voi il moto del Ciel stellato, e delle stelle medesime di lui, or concedete (se pur parlate di propria mente) che già due mila anni erano vicine all'Equinottiale, & ora ne siano lontane per molti gradi; ecco dunque si movono, e le ponete immobili. Overo tutti son moti della terra, quanti son delle stelle, come hò pur detto. Terzo, che l'altre stelle descrivono immutabilmente il cerchio massimo dell'orbe loro; già che come si è detto, e si concede da ogn'uno, anco l'altre stelle (che sono i Pianeti) variano circolo dal movimento del ratto. E nel proprio orbe non sono meno immobili delle fisse. Salvo, che se non vi metteste à dire, che anco i moti loro siano della Terra; & io aspetterò ancor questo, & all'ora vi risponderò, se questi placiti ricercan risposta.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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