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      3. Terzo. Il moto delle parti e del tutto è naturalmente al centro dell'Universo, e per questo ancora in esso si stà.
      4. Quarto. I corpi gravi, buttati all'insù, cascano à perpendicolo sopra la superficie della terra. Il che non potrebbe essere, se la Terra si movesse, conciosia che ella col suo moto velocissimo trapasserebbe, & così il cadente peso anderebbe a cascar lontano da chi lo buttò, & non a perpendicolo.
      5. In oltre. Il risponder tutte l'apparenze, che si veggono ne i movimenti delle stelle, alla positione di essa Terra nel centro, è argomento che ella nel centro dell'Universo sia, & immobile ancora.
      6. Sesto. Mentre un grave casca dalla cima di una torre, viene per linea retta a perpendicolo alla superficie della Terra, dunque essa terra stà immobile: perche quando ella havesse la conversion diurna, quella Torre venendo portata dalla vertigine della Terra, nel tempo che il sasso consuma nel suo cadere, scorrerebbe molte centinaia di braccia verso Oriente, e per tanto spatio dovrebbe il sasso percuotere in terra lontano dalla radice della torre.
      7. Si conferma con un sasso lasciato cadere dalla cima dell'albero di una nave la quale cammini; che anderà à cader tanto lontano dall'albero, per quanto havrà scorso la nave, & se ella stia ferma, cascherà il detto sasso giustamente alla radice dell'albero.
      8. Fortificasi tal argomento con l'esperienza di un proietto tirato in alto per grandissima distanza, qual sarebbe una palla cacciata da una artiglieria, drizzata à perpendicolo sopra l'orizonte, la quale nella salita, e nel ritorno consuma tanto tempo, che nel nostro paralello l'artiglieria e noi insieme saremmo per molte miglia portati dalla terra verso levante, talche la palla, cadendo, non potrebbe mai tornare appresso al pezzo, ma tanto lontana verso Occidente quanto la Terra fosse scorsa avanti.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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