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      È anco naturale a tutti quei che si movono di moto retto di giungere al termine loro, e nulladimeno questi moti non sono eterni; & in universale ogni moto (dal circolare in poi), sia di qualsivoglia genere, può esser naturale, & è terminato ciascuno: dunque non è vero che ogni naturale sia eterno, ancorche sia eterno il suo mobile. Havresti meglio detto, che nelle cose eterne, si trova eterna inclinatione all'opre, non essendo nell'ordine della natura cosa alcuna otiosa; ma che quest'opre siano attualmente eterne, ò sempre in fieri attuale, è falsissimo. Così è eternamente mobile la terra, come ogni corpo naturale, ma che per ciò eternamente si mova, non è di alcuna necessità, già che alcune attitudini sono date dalla natura da ridursi all'effetto opportunamente, come a bastanza hò detto innanzi. E per ciò è anco falso quello che inferite, che non gli possa esser naturale moto alcuno che non sia eterno. Il far mobile la Terra perciò di moto circolare, ne ad essa ne alle parti sarà naturale, ne eterno, anzi violento (già che ha il suo moto naturale retto) e perciò non eterno, essendo ben vero, che niun moto violento è eterno; con l'intelligenza sana che parimente hò apportata nel primo libro. E così il suo moto è terminato, non per impedimento (come fate rispondere al vostro Simplicio), ma per mera naturalezza. E vi si concede cortesemente, che niun moto terminato, e niun reflesso sia eterno, e per conseguente ne eterno quello della Terra: sì che noi, levandogli il moto circolare, come à lei repugnante, la statuimo immota, ma però mobile nel modo, che alla sua natura conviene: & io pur nel detto luoco hò dichiarato.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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