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      4. Era dunque il quarto fondato nella caduta di cosa grave a perpendicolo sopra la terra, già che torna nell'istesso punto, il che non potrebbe essere se la terra si movesse, &c. Prima dite che si potrebbe negare che tali gravi cadenti descendano a perpendicolo, e che la sperienza istessa del senso, che ciò conosce, sarebbe fallace. Poiche posto che la Terra si movesse e portasse seco una torre, dalla sommità della quale fusse lasciato cader per dritto, strisciando il muro di essa torre, un sasso sino a terra, havrebbe all'hora quel sasso cadente due moti, l'uno di cadere all'ingiù, l'altro di rader e misurar giustamente la torre, ò pur sarebbe un misto di retto, e laterale, con l'uno de' quali misura la torre & con l'altro la segue. Se questo è così, dunque dal solamente veder la pietra cadente rader la torre, noi non potemo sicuramente affermare che ella descriva una linea retta, e perpendicolare; sì che Aristotile, volendo con questa ragione della caduta à perpendicolo, provare che la terra stia ferma, fà un paralogismo, poiche suppone per moto(11) quel che deve dimostrare, cioè che il sasso cadente caschi à perpendicolo per una sola linea retta, della qual caduta non possiamo noi haver notizia, che sia retta e perpendicolare, se prima non ci è noto che la terra stia ferma. E così suppone quel che deve provare. Sin quì voi.
      Ed io rispondo per hora a questo (riserbandomi di rispondere a parte per parte al resto delle vostre risposte, positioni, obiettioni e digressioni, che circa questo argomento son molte con varia e poco distinta tessitura), che Aristotile suppone quel che è notissimo, cioè che l'aria tenue, e cedente, non sia in alcun modo bastante ritener, ne impedir, ne ritardar per un solo instante una machina grave, e per conseguente ella casca di moto retto senza alcuna participatione di transversale.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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