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      I vostri problemi di varie velocità di moti, cagionate ò dalla difformità di spatij, ò dal modo d'imprimergli da i proicienti, ò dalla diversità de gli stromenti, da voi per digressione apportati, non già soluti, non essendo punto ne importanti, ò repugnanti alle positioni Aristoteliche, gli tralascio. Dite, che la linea descritta dal grave cadente dalla sommità della torre sino alla sua base, riuscirebbe in giro con circonferenza minore di quella, che descriverebbe la sommità di detta torre, & lo designate in una vostra figura, e sarebbe vero, quando tre ipotesi fussero vere; l'una che la terra si movesse circolarmente, l'altra, che l'aria la seguisse con pari velocità, e la terza che essa aria fusse bastante à proportione di sostentar corpi gravi, tanto che si aggirassero. Le quali essendo in controversie principalissime, à questo dovete attendere, e poi tirar le consequenze, altrimente fate petitioni di principio notabili. Sono anco ingegnose le tre meditationcelle, che vi aggiungete, le quali da gli suppositi non concessevi restano per conseguenza mancanti. E date anco (per occasion di discorrere tutte tre l'ipotesi vere) non mi par che riescano tutte giuste ugualmente à capello, come voi intendete tirarle. La prima. Che il mobile cadente da detta torre non si moverebbe altro che di un moto semplice circolare, come quando posava sopra la torre. E questa patisce manco istanza dell'altre: già per i supposti (come si vede nella vostra figura) esso si moverebbe in giro, nondimeno al moto, che havea stando posato sopra la torre si aggiunge quel della gravità propria, il proprio cerchio minore & il commune dell'aria, onde partecipa di questo, e di quello; talche, se bene non si pregiudicasse alla circolarità, non sarebbe ne così semplice, ne così circolare a punto, come quando posava sopra la torre.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





Aristoteliche