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      Mi direte con qualche apparenza, che nel modo con cui dicono i Peripatetici ragirarsi il fuoco nella sua sfera dalla velocità del Cielo, così l'aria da quella della Terra; & io vi rispondo in due modi: l'uno che il fuoco non ritiene la medesima velocità che l'orbe agitato, come si mostra per tante impressioni ignite che nella sua sfera si veggono, e così l'aria non havrebbe moto equabile con quel della terra; il che sarebbe contra tutte le vostre positioni à questo proposito, & in niente si dissolverebbono le vostre risposte à gli argomenti fatti per la stabilità della terra, con gli essempi di proietti, di tiri, di ucelli, nuvole &c. L'altra risposta è, che voi ponendo i corpi naturali mobili di moto circolare, è convenevole che anco questo convenga all'aria, ò che non sarebbe corpo naturale, ma vano & otioso; e se gli conviene, essendo essa aria diversa dalla terra, havrà tal moto da lei diverso non impedito, giache movendosi in giro à diversi segni, non già l'un contra l'altro ad un solo, non havranno impedimento, sì che l'un toglia l'altro, quantunque vi potesse esser qualche ritardatione: e per questa causa l'aria havria indubitatamente il suo moto diverso da quel della Terra, e così chi incontro lei corresse sentirebbe la sua agitatione gagliarda. Perche private anco di moto l'acqua? che peccato hanno fatto questi due elementi contra di voi, che li disnaturalizate, con dar varij moti alla terra sola? e se l'acqua ha il suo proprio moto diverso da quel dell'aria e della terra, quante altre difficultà alle predette si aggiungeranno contra le vostre positioni?


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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