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      Havete ragione. Io non havevo ponderato tant'oltre; dovrò dunque disdirmi, sì, ma perche quell'orbe lunare nominate sempre terra? forse lo fate per carestia di voci? sì, se non havessero il proprio nome, se toccasse à voi dargli la prima impositione. So però quel che direte di meglio, che l'orbe magno tocchi immediatè quel della Luna, e per conseguente la terra, onde venga poi à sortir gli effetti del moto predetto, & indi provenga anco il flusso e riflusso. Ma quì vi voglio. E cominciamo pur à Filosofar intorno à ciò saldamente. L'orbe magno, è Cielo; l'orbe della Luna è cielo: son dunque rari, e cedenti, onde nell'urto, si mischiano e si confondono, più tosto che regolatamente si aggirino. Di più, se l'orbe della Luna è quello, che riceve immediatamente le ritardationi (come havete necessariamente da dire, e come è ritratto nella figura, & espressamente si tira per conseguenza), dall'orbe della Luna ha da venir in terra questa ritardatione per mezo de gli elementi, che gli son più vicini, onde l'ultima à participarne sarà la terra: e così prima da questi urti, intoppi o ritardamenti, sarà agitata l'acqua, che la terra, & l'acqua più tosto moverà la terra, se sia possibile, che all'opposito. Oltra l'impossibilità, toccata poco di sopra, di communicarsi dal sommo all'imo questa fluttuatione ne i corpi fluidi, e rari, che è consideratione non di poco momento. Ne similmente l'effetto, che pretendete succederebbe, conciosia che, la terra scossa, solida, e continuata, non sì agiterebbe difformemente nelle parti, come è stato detto, se fusse toccata immediate dall'orbe magno; perche in ciò nulla sarebbe la differenza.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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