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      Ma, se anche l’armonia tra i membri di quelle spedizioni fu turbata da suoni discordi, la causa principale si fu che non si erano fissati prima con sufficiente precisione i limiti dei rapporti dei singoli membri fra di loro.
      Coloro che parteggiano per le spedizioni composte di più individui opineranno naturalmente, che il capo della spedizione deve esercitare una innegabile autorità sui suoi compagni e deve essere più di loro avanzato negli anni, che bisogna por mente, innanzi tutto, acciò i membri della spedizione siano ben educati. Qui sta infatti il gran segreto. Non ogni scienziato è abbastanza ingentilito e molto meno si può sostenere che ogni scienziato abbia ricevuto una buona educazione. Bisogna poi porre in prima linea la massima di non permettere che la famigliarità tra i componenti la spedizione diventi soverchia. Giorgio Schweinfurth, che ha viaggiato solo ed in compagnia, considera come un mezzo eccellente per mantenere la buona armonia, quello di parlar coi compagni il meno possibile, cammin facendo. Ed ha senza dubbio ragione.
      È stata anche discussa la questione se sia o no opportuno di condur seco dei servi europei nei viaggi destinati alla scoperta di nuovi paesi. Nachtigal, il quale avea fatto tristi esperienze col suo Giuseppe Valpreda (29), diede voto contrario. Io, per me, posso dire che nella spedizione di Abissinia, nella quale ero servito da un francese, ed in quella da Tripoli ad Alessandria, in cui mi feci accompagnare da un tedesco, e così anche nella spedizione libica, in cui gl’individui che la componevano aveano tutti il loro servo tedesco, il risultato fu dappertutto soddisfacente.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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