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      Quasi tutti gli strumenti fecero buona prova, ad eccezione del barometro a mercurio, che dovemmo abbandonare sin dalle prime marce. I tubi di ricambio, che avevamo ordinati, non erano giunti e, non avendone che uno solo, avemmo la sfortuna di vederlo andare a pezzi, malgrado la massima cura usata nel trasporto dell’istrumento. Non si mancò già di previdenza, giacchè le persone a cui l’istrumento era affidato non aveano ad occuparsi d’altro e ricevevano un soprappiù di paga. Coll’alto grado di perfezione che hanno raggiunto oggigiorno gli aneroidi, si dovrebbe nei viaggi di scoperta, in cui ogni giorno si può dar di cozzo in ostacoli impreveduti, desistere affatto dall’uso dei barometri a mercurio. Specialmente quando si ha a disposizione un aneroide già esperimentato, col quale esercitare un controllo reciproco, si dovrebbero adoperare quegli strumenti, così soggetti a rompersi malgrado tutte le cure, soltanto nelle stazioni od in quei viaggi nei quali non si è esposti a costanti casualità.
      L’igrometro di Mason, chiamato anche psicrometro semplicemente, diede risultati assai soddisfacenti; non così però gl’igrometri a capello di Saussure, perchè la polvere vi si attacca troppo facilmente. Vengono poscia i termometri a massima ed a minima, tanto quelli orizzontali di Secretan, di Parigi, quanto quelli detti di Rutherford, i quali sono assai comodi, ma non raggiungono il pregio dei termometri inglesi a massima ed a minima, che pendono perpendicolarmente e le cui asticelle di ferro possono regolarsi per mezzo d’una calamita.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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