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      Attard, ed il resto della sua casa. Senza un tale appoggio ufficiale si è in Malta quasi nello stesso imbarazzo come nei porti dell’Africa settentrionale e del levante, dove è spaventevole il confuso aggirarsi di uomini seminudi, che, gesticolando e schiamazzando, si contendono il nuovo arrivato ed il suo bagaglio.
      Quantunque Valetta sia porto franco, non si può già asserire che ciò abbia contribuito a migliorarne le condizioni, chè anzi nei tre porti franchi che ancora rimangono sul Mediterraneo, Malta, Gibilterra e Trieste, solo quest’ultimo ha un commercio considerevolmente sviluppato. Malta del resto ha troppo poca importanza per risentire i vantaggi o i danni di un porto franco. Le migliaia di bastimenti che arrivano al porto di Malta non vengono già a causa dell’isola, ma per rifornirsi di derrate, di acqua, di carbone e qualche volta anche di viveri. I Maltesi non pagano dazio che per alcuni articoli soltanto e specialmente pel grano. Ma, quantunque colà non si conoscano tasse, quantunque godano della maggior libertà possibile, non vi è al mondo un altro popolo più scontento di questi Maltesi.
      Durante la nostra permanenza di parecchi giorni in Malta visitammo tutto ciò che la città e l’isola offrono di rimarchevole: il palazzo del governo, la biblioteca, la cattedrale di S. Giovanni, così sontuosa nell’interno, lo splendido giardino di SantAntonio, nel cui palazzo, altre volte Villa del Gran mastro, passò un inverno la duchessa d’Edinburgo e donò allo sposo la sua Melita.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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