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      Lo sparto vien trasportato quasi esclusivamente in Inghilterra.
      Se si considera però con quale rapidità sia cresciuta l’esportazione dello sparto, vi è motivo di rallegrarsi che gl’indigeni abbiano dal bel principio scoperto quali tesori possedessero in questa pianta e come soltanto mediante una razionale coltivazione potessero mantenersi queste ricchezze - e perciò tagliano lo sparto invece di sradicarlo.
      Gli abitanti della campagne portano lo sparto sul dorso dei cammelli a Tripoli, dove viene comperato da agenti di case inglesi a prezzo ora più basso ora più alto. Cento e più carichi vengono quindi immagazzinati nei grandi cortili di quei fondaci ed assoggettati ad una prima operazione, che è quella di scegliere gli steli freschi ed abbastanza lunghi, che sono i soli servibili e scartare quelli secchi, uniti alle radici o guasti in altro modo. Si pone in ultimo lo sparto sotto un torchio, e, legatolo con lamine di ferro, s’imbarca come si fa delle balle di cotone.
      Allo sparto deve Tripoli principalmente il suo rinascimento, ma non esclusivamente.
      Coloro che hanno studiato attentamente la storia delle scoperte in Africa si ricorderanno che Nachtigal, quando nel 1873, dopo aver compiuto il suo viaggio all’Uadai, tornò in Europa pel For, Kordofan e l’Egitto, trovandosi al Cairo fece al Khedive un quadro seducente della fertilità e delle ricchezze delle regioni da lui percorse. In conseguenza di ciò il Khedive portò la guerra nel For e, vincitore fortunato, fece incorporare il paese ai suoi Stati.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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