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      Aveva spedito innanzi i due carri vuoti al di là delle dune, perchè, sebbene poco profonda, l’arena era sempre un ostacolo troppo grande pei carri carichi. Una volta fuori della sabbia, si entra in una pianura bellissima, in parte rivestita di cespugli, rtem e lotus, in parte riccamente coperta di artemisia ed altre erbe, che offrono uno splendido pascolo. Ma neanche i campi fanno difetto e i sucidi attendamenti degli Arabi a dritta e a sinistra testificano che la popolazione è relativamente assai fitta.
      Alla sera del secondo giorno della marcia mi persuasi intanto che l’aver preso con noi i carri tirati dai cammelli era stata una cattiva idea. Si usano, è vero, i cammelli in tutta la Tripolitania come animali da tiro, sopratutto nell’arare, e la sella che loro si pone sul dorso a questo scopo si chiama sella anche in arabo (propriamente Sadul); ma il movimento in avanti è così lento che i cammelli che tirano su 3 chilometri rimangono indietro d’un chilometro appetto di quelli che portano. Siccome ordinariamente, nell’attraversare il deserto, si fanno 30 chil. al giorno, così i cammelli da tiro sarebbero rimasti indietro di 10 chilometri. Il trasporto del resto era estremamente vantaggioso, poichè un cammello attaccato al carro tirava 10 quintali, mentre un cammello carico non ne portava che due. Io aveva commesso l’errore di non prendere con me dei muli per carri: il tentativo allora non sarebbe fallito.
      Salimmo il monte o piuttosto la sponda, la vera sponda del Mediterraneo, per lo stesso passo traversato da Barth: l’ascesa di Milrha, e ci accampammo ad un’altezza notevole, per solennizzare la vigilia del Natale.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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