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      Marciavamo sempre in direzione di S. S. E. ed avevamo preso con noi una guida dalle genti di Tarrahona, che erano accampate a Bir Milrha. Per la prima volta compimmo nella giornata un viaggio regolare, facemmo cioè 30 chilometri. Io mi rallegrava del lodevole portamento dei miei uomini, che marciavano bravamente e giuravano pel loro Dio e la loro fede di essere pronti a dividere con me ogni pericolo. Tante e tante volte si avvicinavano e mi gridavano ad alta voce: «Noi diamo la nostra vita per te!» Ora ringrazio Dio, che non furono posti sul serio alla prova, perchè, all’infuori di due o tre, erano tutti i più solenni poltroni del mondo ed il gendarme officiale del governo, il Kulughli di Tripoli, il vigliacco per eccellenza, come sfortunatamente ebbi in seguito occasione di esperimentare; dall’altro conto era però il più abile aiutante arabo, quantunque nello stesso tempo un gran briccone.
      Il Governatore generale della Tripolitania, Sabri Pascià, aveva da prima fatto difficoltà di farmi accompagnare da uno solo zaptié; egli voleva bene accordare una scorta, ma neppur uno dei rappresentanti officiali dell’ordine. Anzi fece persino difficoltà di munirci di un Buiuruldi (un firmano locale per la Reggenza), pretendendo ch’io sottoscrivessi una dichiarazione colla quale io scioglieva il governo da ogni responsabilità nel caso che mi fosse avvenuto alcun che di sinistro nell’interno. Fa meraviglia che non solo Dournaux-Duperré e Jaubert sottoscrivessero una dichiarazione simile, ma anche i missionari francesi, di cui ho parlato più sopra, e per consiglio del console generale francese.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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