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      A stento riuscì a quei due di tener la tenda in piedi durante l’uragano e solo col sostenere essi stessi le stanghe acciò non fossero rovesciate dalla furia del vento. Nell’aria quasi assolutamente asciutta sembra che tutti gli oggetti si sopraccarichino di elettricità. L’aria atmosferica è già in sè un cattivo conduttore, ma quando l’igrometro a capello indica un’umidità relativa di soli 10° o 15° o scende sino a 4° o 5°, la conduttibilità con una tale siccità cessa quasi intieramente. Si deve allora accumulare in tutti i corpi una gran quantità di elettricità, generata dall’attrito a cui l’arena e le piccole pietruzze si trovano sottoposte, mentre sono trascinate dall’uragano con grandissima velocità sul suolo roccioso. Se a ciò si aggiunge quel calore eccessivo, che alle volte supera i 50° C., e la natura ferrigna della roccia, specialmente se mescolata forse con quarzo magnetico, tutto ciò, preso insieme, basta per dare una spiegazione di que’ fatti sorprendenti.
      Questi fatti erano (53), che i capelli del dott. Stecker, lunghi quasi un decimetro, gli si drizzarono sul capo come setole; che il suo compagno Hubmer fece scattare dal suo corpo, toccandolo, delle scintille lunghe parecchi centimetri; che il dott. Stecker infine faceva comparire delle lettere di fuoco, strisciando col dito sulla parete della tenda esposta al vento gravido di sabbia. Non posso più dire se il suo compagno Hubmer fosse carico d’elettricità allo stesso grado, ma i fatti, per ciò che concerne Stecker, meritano tutta la fiducia.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





Hubmer Hubmer Stecker