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      Il commercio non ha grande importanza, nonostante vi è modo di procurarsi caffè, zucchero, alcune spezie, stoffe di cotone, pannilani, scarpe rosse, gialle e ricamate, sapone, candele, zolfanelli (di fabbrica austriaca), polvere, palle, zappe di ferro, piatti di legno ed altre bagatelle. Le piccole botteghe sono situate una accanto all’altra nella stessa strada, pianterreno, ed occupano appena lo spazio di 2 metri quadrati. In mezzo alle sue bazzecole siede il proprietario, il quale nello stesso tempo traffica di mille oggetti diversi e, invece del denaro, naturalmente, prende in cambio qualunque altra cosa, anche viveri.
      Gli abitanti, come abbiamo detto, sono per la maggior parte Berberi, parlano fra di loro solo la propria lingua, ma si sono appropriate anche una gran quantità di espressioni arabe. Il berbero soknense sembra che sia il più imperfetto ed il più povero linguaggio di tutti. Le comunicazioni verbali cogli altri Berberi mancano quasi intieramente e non sarebbe impossibile che il soknense finisse per ispegnersi, se i genitori non avessero cura di far sì che tutti i loro figlioli imparino la lingua di Sokna. Ognuno però capisce l’arabo, quel che non avviene, p. e., in Rhadames e Siuah. Gli Arabi abitano un quartiere speciale della città.
      Mentre in principio del nostro soggiorno l’intiera popolazione era assai circospetta, triste anzi a causa delle guerre, delle multe, del numero grande dei feriti, lo stato degli animi andò in seguito facendosi migliore e noi avemmo spesso occasione di vedere la gioventù, fuori delle porte della città, combattere finte battaglie o giuocare alla palla o ad una specie di dame.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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