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      Oltracciò, hanno dato prova d’un certo desiderio d’istruirsi, d’un amore per la scienza, che non è d’ordinario una prerogativa dei maomettani; essi hanno allestita nel 1876, a spese della comunità, una spedizione sotto la condotta di un tale Mohammed el-Tarrhoni, la quale in un certo senso può chiamarsi scientifica, atteso che avea per iscopo il rinvenimento e la scoperta dell’oasi Uau el-Namus, e Mohammed Tarrhoni, che entrò poi al mio servizio come guida ed in seguito recò i doni imperiali, tutto solo, attraverso il deserto da Sokna ad Augila, riuscì infatti a por piede in Uau el-Namus.
      Si sapeva da lungo tempo che a sud-est del Fezan esisteva un gruppo di oasi, chiamato Uau. Era serbato a Maurizio von Beurmann di scoprire Uau el-Kebir e così si esprimeva circa alle altre Uau (74): «ciò che ho potuto accertare rispetto alle rimanenti oasi del gruppo Uau è il seguente: alla distanza di tre giornate all’est di Uau giace Wau sqair (75) o Wau Namus, che è il nome che gli si dà ordinariamente a motivo dell’innumerevole quantità di moscerini e di zanzare. Si scava quivi uno zolfo bianco giallastro, assai bello, e vi si raccolgono datteri in abbondanza. La strada per giungervi, partendo da Wau kbir (per distinguerla da Wau sqair), non è più nota ad alcuno, essendo morto, due anni fa, in età avanzata l’unico che la conoscesse. Si sono fatti vani tentativi per ritrovarla, ma sinora senza alcun risultato», ecc. Maurizio von Beurmann continua quindi: «Io vengo ora alla terza Wau o Wau harir.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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