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      Uau el-Namus però non corrispose alle aspettative degli Uled Chris, giacchè, per quanto Tarrhoni si sforzasse di dipingerla con bei colori e di far rilevare il gran numero delle palme, pure alla mia domanda perchè non abbiano voluto fondarvi una colonia, mi disse francamente che non avrebbe francato la spesa ed era troppo lontana e di difficile accesso per andarvi a raccogliere i datteri.
      Io ho creduto di dover qui narrare diffusamente la scoperta di Uau el-Namus fatta da Tarrhoni, perchè da una parte conferma splendidamente le ricerche del nostro immortale Maurizio von Beurmann e dall’altra le vicende del viaggio debbono servire di sprone a futuri esploratori. Non v’è altro punto infatti nel deserto dal quale si possano intraprendere delle spedizioni più rimunerative dal lato scientifico come da Zella. I monti Harugi, colle loro ricche petrificazioni, e soprattutto le prealpi di questo nucleo di monti, sono per tutti i geologi e specialmente per tutti i paleontologi una miniera inesauribile d’interessantissimi oggetti. E per ciò che riguarda la topografia di quella regione al sud dell’Uabria, dove giace l’arcipelago Uau, non bisogna dimenticare che, se agl’indigeni è riuscito di porvi il piede, la regione non è stata ancora esplorata dagli Europei.
      A ciò si aggiunge la perfetta sicurezza degli Uled Chris, cosicchè in nessuna oasi si troverebbero guide migliori. Mi si potrebbe chiedere perchè io non abbia cercato di muover di qui per avanzare verso il mezzogiorno. Certo questa idea fu discussa tra di noi seriamente.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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