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      Poco dopo ecco risuonare scoppiettìo di fucili e scalpitar di cavalli - la porta si aprì, e dentro vennero il Borgomastro (Scich el-Bled) di Bengasi, detto Scich Sarok; il direttore di polizia; un luogotenente; tutti e tre in scintillanti divise che aveano indossate al mattino; poscia dieci Sciuch dei Moharba, quella valente stirpe, che dice con orgoglio: i Suia sono miei schiavi. Tutti erano venuti a cavallo, e dinnanzi alla città si tenevano altri venti cavalieri, i servi e i cammelli occorrenti. Quando però gli Augilensi, che erano penetrati nel castello, videro con quale sommissione le autorità supreme della città di Bengasi, che per gli abitanti del deserto era quello che è Parigi per i Francesi, si comportavano verso di me, rimasero affatto intontiti, e non sapevamo più qual giudizio farsi della mia persona.
      Presi i debiti concerti, stabilimmo che la scorta non avesse a riposarsi che un giorno soltanto, e perchè Augila non sentisse troppo il peso dell’acquartieramento, per quella sera m’incaricai io di dar da mangiare all’intiera compagnia, inclusi i cavalli e i cammelli.
      Ma, come sempre accade tra gli Arabi, quando anche essi dicano determinatamente «domani partiamo», al che però non mancano mai di aggiungere un «scia Allah», ossia se Dio vuole, si può esser sicuri che avviene qualche cosa per impedirlo. E così qui. Lasciarsi nutrire per alcuni giorni senza pagar nulla era esca troppo allettatrice.
      Finalmente il 29 maggio, alle 4 pomeridiane, ci ponemmo in viaggio sul serio ed a marce forzate.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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