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      Io promisi anche di fargli buona accoglienza. Bisognava ch’io mi adattassi alle circostanze, giacché se Sidi Aghil, secondo la nostra legislazione e le nostre massime giuridiche, meritava la galera, secondo le idee dei Suia aveva bensì violato il diritto di ospitalità, ma rimpetto ad un Cristiano non devono prendersi le cose così per il sottile. Cosa era infatti avvenuto in fin dei conti? Neanche uno era rimasto ucciso, ed il denaro estorto, minacciando la morte, il buon’uomo lo restituiva in parte spontaneamente ed in parte giurava, per quanto vi è di più sacro, che sarebbe reintegrato. Di cosa poteva dunque lagnarmi? Io mi posi nei panni dei Suia e fu una buona idea, perchè il sant’uomo si degnò persino nel prender commiato di darmi la sua benedizione!
      Quando avevo un momento libero cercavo di raggiungere i giardini o le rovine di un antico villaggio, Tebu, ma siccome in queste passeggiate io doveva sempre esser accompagnato da 10 a 20 uomini armati di archibugi per difendermi da un assalto, le gite non potevano ripetersi molto di frequente. Nei giardini si coltivavano durra, Ksoba Ngafoli, orzo e frumento, il Felfel (pepe rosso) era appunto in fiore e maturo come i pomidoro. Si vedevano anche delle cipolle bellissime; aglio, grandi meloni e cocomeri, fukus ed agiur. Le principali frutta sono però i fichi, il vino e dei datteri squisitissimi. Si erano piantate migliaia di palme, che ora portavano frutto. Ed ora appunto, all’epoca della piantagione, potei convincermi parecchie volte quanto siano grandi i germogli che si adoperano per questo scopo.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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