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      Quando poi tutto ad un tratto laceravo, guastavo, ed esportavo quest’organo l’animale rimaneva sempre affatto paralitico, e se leggiermente l’offendevo dopo qualche ora ritornava ad acquistare la facoltà di muoversi.
     
      Dei Rettili, e Pesci.
     
      Egualmente concludenti furono gli sperimenti fatti sopra gl’animali a sangue freddo. Una testuggine, alla quale venne reciso, e levato il cervelletto di sopra il midollo oblongato, restò affatto paralitica, e visse così per dieci o dodici giorni senza aprir bocca, e fare movimento veruno. Un’altra dopo una consimile operazione, vive da due mesi sensibilissima al solito alle menome offese, ed ai più leggieri stimoli, ma immobile a tal segno da non potersi allontanare dal luogo, dove vien messa per nessuna offesa, che se gli si faccia. Trattai nella stessa guisa un ramarro col medesimo successo, ma più sorprendente si fu il vedere li stessi effetti in due agilissimi serpi (coluber natrix). Nel primo più piccolo non avendo bene esportato l’organo, da cui dipende la locomozione, restò per due o tre ore paralitico, ed inetto a trasportarsi da un luogo all’altro, ma acquistò in seguito la forza primiera, e se ne fuggì. Il secondo meglio operato restò privo affatto della facoltà di muoversi, e solo di tanto in tanto si vedeva agitato da movimenti incerti, e non diretti dall’istinto, e dipendenti dalla grande mobilità della fibra muscolare di quest’animali e morì dopo cinque giorni.
      Per non lasciare intatta questa decisiva sperienza nei pesci, i quali di sua natura muojono in poco tempo tenuti fuori del loro elemento, fissai con legaccie contro una tavoletta un pagello di due libbre di peso, e tenendolo così fermo, ed immerso nell’acqua gl’esportai quasi tutto il cervelletto, per il che slegato cadde in fondo del bacile come morto, sebbene vivesse in seguito.


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Saggio sopra la vera struttura del cervello dell'uomo e degli animali e sopra le funzioni del sistema nervoso
di Luigi Rolando
pagine 78

   





Rettili Pesci