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      Preziosa tra l'altre la conoscenza con Gabriele Rossetti, padre di Dante Gabriele, poeta lui stesso, esule a Londra dal '24, pezzo grosso universitario e mondano.
      Verso la metà d'aprile giunsero a Parigi, a questa Mecca degli intellettuali, dove sembrava e sembra tuttora impossibile che un giovane d'ingegno, disoccupato, non riesca a trovare un impiego di sua soddisfazione. Pisacane, nonostante ricerche affannose, non trovò nulla. Né ora aveva piú al suo fianco una donna robusta: Enrichetta, infatti, che già gli prometteva un bambino, necessitava di riposo e di cure: indebolita fisicamente, essa rivelava un fragilissimo sistema nervoso, preda di crisi frequenti. E l'implacabile persecuzione del governo di Napoli anziché rallentare s'accaniva sempre di piú! Il 28 d'aprile, celati in un alberghetto di terz'ordine, i due subivano, provocata dalla Legazione borbonica, una visita domiciliare che, per quanto infruttuosa, li conduceva, per contravvenzione al regolamento sui passaporti, a provvisoria carcerazione: la compiacente polizia francese li tratteneva poi vari giorni in prigione in attesa che giungessero da Napoli o la querela maritale o un regolare mandato d'arresto pel «furto», imputabile a lei, di pochi oggetti personali di proprietà del Lazzari! Pisacane, dal carcere, subito scrisse, ingenuamente, al duca di Serra-Capriola, ambasciatore napoletano a Parigi, per supplicarlo di «fare usare verso la Signora Lazzari i riguardi che la sua nascita, educazione civile e principalmente lo stato suo esigevano». Il piissimo duca, che sperava con un po' di prigione di far di Enrichetta una Maddalena pentita mandò, per tutta risposta, a tentar la conversione di lei, due di quelle signore pietose, «le quali, come angeli mandati dal cielo vanno a consolare i prigionieri, e cercare di portare nei loro cuori il pentimento che tanto spesso hanno la fortuna di destare nei piú induriti al delitto». Si sbagliava di grosso: Enrichetta era, sí, debole e stanca e depressa, ma ormai nessuna forza umana poteva distaccarla da Pisacane.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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