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      Non passan due mesi che De Turris e con lui altri tre ufficiali danno alle stampe un comunicato recante le loro dimissioni «da quel reggimento... per il cattivo andamento e direzione di quel comandante, digiuno delle necessarie cognizioni di amministrazione interna e di strategia e tattica militare in campo». E tutto ciò in tempo di guerra!(23)
     
      Il 22 di maggio un fatto d'arme importante si svolge in Val Sabbia, a non grande distanza dalle posizioni occupate da Pisacane: 3000 austriaci forzano di sorpresa il passaggio di Ponte Caffaro, respingendone i difensori fino su Anfo dove il Durando ha stabilito il suo quartier generale. Le conseguenze dello sfondamento potrebbero essere gravi e forse irrimediabili se i volontari italiani, con manovra ripetuta in successive azioni di guerra (ché fu quello, come del resto tutto il settore del Durando, teatro di ben tre guerre successive, '59, '66, '915-18), non s'impadronissero di rimbalzo della vetta del Monte Suello, di lassú sbarrando la via al corpo austriaco avanzante nel fondo valle. Ma se invece che in 3000 gli austriaci si fossero presentati col doppio o col triplo di forze chi mai li avrebbe piú fermati nella disastrosa avanzata su Brescia? E se il tentativo si ripetesse? Le apprensioni che Pisacane ha partecipato al fratello alla fine di aprile risorgono adesso in lui con piú forza di prima. Gli austriaci potrebbero risolvere rapidamente la guerra a loro vantaggio se tentassero un colpo grosso sul settore montano.
      Modesto capitano, egli non ha voce nella direzione della guerra; pure vuol dire la sua, e chi può ne tenga il conto che crede.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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