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      (Hofstetter fu incaricato, verso la fine di giugno, di «mostrare al Capo di S. M. la disposizione della truppa e la giacitura delle fortificazioni. Io m'inchinai e condussi fuori il colonnello:... feci in fretta le solite strade delle nostre linee e fortificazioni, ma nel passare osservai che il colonnello non era tanto indifferente ai saluti nemici come lo eravamo noi; anzi era d'opinione che la tale e tale altra cosa avrei potuto spiegargliela nella città»)(52). Peccato che questi appunti su Pisacane contrastino radicalmente con quel che sappiamo di lui! Ché negligente, passivo, inerte, pauroso, povero d'iniziativa davvero non fu; ed anzi ebbe, se mai, proprio i difetti opposti.
      Molti attribuirono a lui l'invero pessima organizzazione dei «servizi» durante la spedizione di Velletri. E sia.(53) Ma non mi sembra fosse equo pretendere che questi funzionassero perfettamente durante lo svolgimento di una operazione che si era decisa in fretta e in furia, e che si eseguiva con truppe in gran parte appena giunte a Roma, equipaggiate alla meglio, guidate da capi che di mala grazia si adattavano alla necessaria subordinazione gerarchica a un generale di fresco promosso e dotato di scarso ascendente personale. Si aggiunga che molti capi di corpo, avvezzi fino allora a organizzare i servizi in un modo assai sbrigativo, taglieggiando cioè senza riguardo e senza misura i disgraziati paesi attraverso i quali per avventura passavano, mal si acconciavano alla nuova disciplina imposta dal Comando, che, preoccupato del risentimento delle popolazioni, giustamente intendeva porre un freno all'andazzo.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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