Pagina (138/502)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Altra lettera — privata questa — di Bixio, da Torino, 20 agosto: «Ho veduto un amico che viene da Genova, e mi dice che alcuni a Genova pensano di scrivere contro Pisacane per rivendicare non so cosa a Garibaldi. Secondo me (scriveva il futuro generale garibaldino) se Pisacane ha un torto, è quello di aver detto poco. Quali sono i fatti che vogliono mostrarci perché adoriamo un genio di convenzione? Siamo al tempo degli idoli? Fatti ci vogliono, e non ciarle. Garibaldi può avere delle buone qualità, ma quelle di un generale non certo». Condotta su questo terreno — ha detto male di Garibaldi! — la polemica s'inviperí. La dichiarazione di Pisacane non parve sufficiente. Seguirono incidenti personali, violente diatribe. Il direttore dell'Italia e Popolo, Remorino, che proprio in quei giorni lasciava l'ufficio e che pure era stato fino allora nei migliori termini con Pisacane, lo provocava addirittura a duello! Dallo scontro Pisacane usciva lievemente ferito. E forse a questo primo duello altri sarebbero seguiti senza l'energica intromissione di alcuni amici(98).
      Il 3 di settembre l'Italia e Popolo pubblicava una risentitissima lettera di alcuni emigrati siculo-calabresi — tra i quali Fardella, Calvino, Natoli — contro certi passi della Guerra combattuta relativi al contegno degl'insorti siciliani nel 1848(99). Lo stesso mese Macchi informava Cattaneo: «L'istoria del Pisacane è abbastanza diffusa ma anche contr'essa si sta condensando l'ira dei Garibaldini numerosi e potenti nella Liguria»(100).


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





Bixio Torino Genova Genova Pisacane Garibaldi Pisacane Garibaldi Pisacane Italia Popolo Remorino Pisacane Pisacane Italia Popolo Fardella Calvino Natoli Guerra Macchi Cattaneo Pisacane Garibaldini Liguria