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      .. I militari graduati, i piú almeno, ostacoli potenti. Dieci di loro che dicessero di esser con me e per movere, spianerebbero le difficoltà... Non vogliono... Siamo frutti avvizziti, diventati marci prima di giungere a maturità. L'azione non è sentita. I migliori... son diventati codardi. Se han fatto belle cose nel '48 e nel '49, tanto peggio per essi ora; ora, sono codardi».
      I quali «codardi», rassegnati alla gragnuola, parevan gente che a gran fatica fosse riuscita a sottrarsi a un'influenza potente che per anni avesse paralizzata la loro volontà; a giudicar dal loro contegno avresti anzi detto che temessero di ricaderci da un momento all'altro. Seguitavano a professar reverenza per Mazzini, ma avevan principiato a raffreddarsi con lui, col «tiranno» di Londra, fin dal momento che, radunandosi a Genova, s'eran persuasi dell'importanza cospicua che rivestiva ormai il loro gruppo e per contro della qualità innegabilmente scadente degli emissari ufficiali del mazzinianismo in Piemonte, buoni a nulla se non giungesse loro l'imbeccata di Londra.(132) Di Londra, e perché mai? Forse che il legittimo comitato direttivo del moto italiano non risiedeva ormai di diritto fra Torino e Genova, fra le migliaia di rifugiati d'ogni regione che v'avean preso stanza? Fior d'italiani tutti costoro, esperti di carcere di guerra e d'esilio, provatamente all'altezza d'un compito direttivo, dunque. Mazzini, sí, era il migliore tra i veterani del patriottismo italiano, ma non era appunto un po' troppo un veterano, ostinato a imporre nel '50 sistemi d'organizzazione e mezzi di lotta escogitati con successo vent'anni prima ed ora sorpassati?


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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