Pagina (250/502)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ..»(231)
      Il drammatico colloquio si prolunga cosí; da un lato disperati sforzi per rimandare, il sollevare ogni giorno nuovi e piú gravi ostacoli all'azione imminente; dall'altro la risoluta volontà di concludere (meglio concluder male che rinunciare), che risponde con l'isolare e travolgere ad una ad una le rinascenti difficoltà, qualche volta, mezzo piú spicciativo, col non considerarle neanche. Se il rimandare, cosí ragiona Pisacane, avesse almeno contribuito a far avanzare di un pollice l'organizzazione! Ma no; col trascorrer del tempo, come sempre accade, le energie si sono afflosciate, son cresciuti i timori, diminuiti gli adepti, rimaste le difficoltà tali e quali. O non lo sente perfino Fanelli e nel suo perpetuo ondeggiare non avverte egli stesso il bisogno di scrivere agli amici (il 30 d'aprile): «Il generale volere è per un cangiamento e sia qualunque... La rivoluzione è indispensabile... veggo chiaro essere impossibile o almeno lunghissimo il tempo per ottenersi de' grandi preparativi... Nel Sud dovrebbe farsi al piú presto la rivoluzione... Ma non ostante, se v'è tempo...» ecc. ecc.?
      Come regolarsi con un nevropatico di questa forza, che, soverchiato da cose piú grandi di lui, anziché cedere ad altri la direzione del moto, si contenta di sfogarsi in deplorazioni puerili: «Com'è dura la condizione di chi ha anima che ribolle oltre il confine, di chi è tenuto generalmente, ed è forse il piú eccitato in tutto il partito del Sud e deve per dovere parlar parola di ghiaccio!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





Pisacane Fanelli Sud Sud