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      La barca misteriosa, intanto, si dirigeva a Gaeta, dov'era la Corte reale, recandovi le straordinarie notizie dell'isola e, tra molte voci infondate, quella esattissima della destinazione del Cagliari. Gran merito, questo notturno raid, del parroco di Ponza, Vitiello, che n'avea presa l'iniziativa un po' per paura di nuovi eccessi dei relegati a suo danno, un po', disse lui, per senso di dovere, ma piú che tutto per ragionata speranza di ricompense e favori: certo si è che la casata sua figura oggi tra le piú facoltose e altolocate dell'isola.(328)
     
      Quando si venne all'inchiesta ufficiale sullo straordinario episodio della «presa di Ponza», le supreme autorità napoletane non poterono acquietarsi di certo alla versione, premurosamente accreditata dagli interessati, che la forza discesa dal Cagliari fosse ingentissima. Ma la ricerca delle responsabilità dovette riuscire alquanto penosa. Molto si disse e fantasticò, è vero, sulle intese che evidentemente i relegati politici dovevano aver stretto in precedenza, per chi sa quali vie misteriose, con gli organizzatori della audacissima impresa(329) (siamo giusti, chi poteva mai imaginare che Pisacane fosse davvero partito da Genova cosí digiuno d'intese da ignorare perfino che a Ponza i relegati politici fossero quantità trascurabile?) La versione ufficiale, dovendo spiegare la paralisi della guarnigione militare dell'isola, preferí dunque attribuirla piuttosto alla rivolta di varie centinaia di relegati che non alle mosse abilissime di una ventina di «esteri». Ma come dar buono che codesta guarnigione, sia pure costretta alla lunga ad arrendersi, non avesse almeno tentato una resistenza onorevole?


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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