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      Il solo che abbocchi è un vecchio pregiudicato: unica recluta in Sapri! E sí che a Pisacane resulta, di certa scienza, che il 13 giugno, in attesa del primo mancato sbarco, numerosi amici vi si son dati convegno.
      Queste eran le accoglienze «imponenti» sulle quali si poteva sicuramente contare, questo era il paese gremito di «liberali». C'era, in verità, da sperar bene pel séguito! Non aveva assicurato Fanelli che l'inoltrarsi dei rivoltosi sarebbe stato né piú né meno che una marcia trionfale attraverso una fila di paesi festanti? Lo spaventoso silenzio di Sapri deserta e buia faceva presagire invece chi sa quale misterioso agguato dietro quei monti ignoti.
      Sul suo libretto di appunti Pisacane avea segnato il recapito di un sicuro e facoltoso liberale di Sapri: il barone Giovanni Gallotti. Da lui, dai suoi familiari, gli avevan detto a Napoli, avrebbe ottenuto non solamente danaro e provvigioni, ma ogni sorta d'appoggi. Identificata la casa, Pisacane bussò, fu freddamente ricevuto: lo sbarco? E che ne sappiamo noi, protestarono i Gallotti. Di preparativi rivoluzionari compiuti nella regione non abbiamo mai inteso parlare! In casa poche armi, qualche chilo di pane, che Pisacane, indignato, requisí: in abbondanza non avevano i Gallotti, i quali appartenevano a una famiglia d'antichi patrioti, che una paura grandissima e un fanelliano terrore di responsabilità. Piú tardi — nelle segrete salernitane — si affannarono in untuose proteste di devozione al trono, rammentando gl'importanti servigi resi, e imprecando, furibondi, contro i «maledetti rivoltosi».(339)


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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