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      Ma non era temperamento adatto a travolgere prevedibili, umane riluttanze e incertezze. «L'ora solenne è presta: apparecchiatevi a coglierla diffinitivamente», scrisse ad esempio a Giacinto Albini, che da Montemurro dirigeva il movimento in Basilicata. Apparecchiatevi? Ma se lo sbarco a Sapri doveva aver luogo di lí a poche ore! Ci voleva, al suo posto, un che ordinasse: radunatevi alla tal ora in tal luogo; marciate in direzione tale, fate cosí e cosí; un che dicesse: noi tutti stiamo per muoverci, se voi mancate siete un vigliacco.
      E invece, in altra lettera (era già il due di luglio), Fanelli si raccomandava inutilmente cosí: «Per carità non tardate un momento; aiutate l'eroismo di quegli uomini preziosi, salvateli col vostro moto... insorgete, che noi insorgeremo appena ricevuto l'avviso della vostra insurrezione per rendere piú colossale il movimento». Ma Montemurro pensava: se non si muove Napoli, perché dovremmo sacrificarci noi?
      I capi politici del movimento in provincia si trinceravano inoltre dietro un comodissimo alibi: anche a loro era stato promesso l'invio di tecnici militari per assumere il comando dei nuclei d'azione; questi non s'eran visti; e che, si pretendeva forse che delle personalità politiche si tramutassero in quattro e quattr'otto in caporali di truppa? Ohibò!
      In alcuni centri anche importanti, poi, le comunicazioni del Comitato o non giunsero affatto, per incredibile trascuratezza degl'improvvisati corrieri, o giunsero quando era già troppo tardi. Il povero Fanelli, in quei giorni di passione, seguitava dunque a ricevere, anziché le attese conferme di quelli che egli, in perfetta buona fede, riteneva i suoi «ordini», tiritere accademiche sul modo da tenersi per organizzare una rivoluzione o risciacquate per la sua incapacità o, peggio ancora, recriminazioni per la «sua fretta»! In piú, pacatamente esposte, le ragioni buonissime per le quali questo o quel nucleo non s'era, armi alla mano, buttato alla campagna.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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