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      Molti scrittori mi hanno preceduto nella piacevole fatica di narrar per disteso le fasi di quel movimento, inquadrandolo nell'ambiente morale e politico del tempo; ma o si sono limitati ad ammucchiare alla rinfusa e senza discernimento l'abbondante materiale o, ed è questo il caso piú generale e dal punto di vista storico piú deplorevole, si sono avvicinati al tema con spirito partigiano; v'è chi si è limitato allo studio del movimento operaio mazziniano, mantenendo uno sdegnoso quanto stupido riserbo sul contemporaneo movimento internazionalista; v'è chi ha fatto precisamente l'opposto. Tutti comunque hanno compiuto opera meritoria raccogliendo, ciascuno nel proprio campo, una ricca messe di notizie: io ho pensato di abbattere i confini piantati fra un campo e l'altro, aiutando cosí il lettore ad abbracciarli con una sola occhiata. Strano a dirsi, vicende cosí vicine a noi sono tuttora avvolte in un fitto velo d'incertezza quale forse non avvolge avvenimenti di qualche secolo addietro; gli è che gran parte del materiale, che avrebbe valso ad illuminarle, è non so se disperso o distrutto, certo non rintracciabile. Per parte mia non ho davvero esaurito il materiale conservato e consultabile; ma, giunto a questo punto delle mie ricerche, mi è parso di poter già dire qualcosa di non detto e interessante.
      Mia cura costante è stata quella di mantenere, in un argomento cosí gravemente compromesso dalle deformazioni partigiane, dalle frasi fatte, dalle facili generalizzazioni e dai giudizi alla brava, una rigida obiettività, alla quale ho forse qua e là sacrificato un po' della vivezza del racconto.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458