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      Il confronto fra questi prezzi e la cifra dei salari ci permette di farci un'idea abbastanza concreta della realtà - tanto piú quando si ponga mente alla maggiore importanza che il frumento rivestiva nel bilancio operaio di una sessantina di anni or sono che non in un bilancio odierno(23).
      Nel 1862 il prezzo medio del frumento era di L. 28,52 al quintale.
      A un operaio che guadagnasse L. 1,30 al giorno (e, per citare un esempio concreto, un operaio tessile)(24) eran necessarie circa 22 giornate di lavoro per acquistare un quintale di frumento. Il consumo medio di frumento per abitante è stato calcolato, grosso modo, in kg 128 annuali(25). Ed è evidente che questo dato sarà superiore al vero per le classi agiate, inferiore - se pur di poco - per le classi lavoratrici, il cui alimento fondamentale e, in qualche caso (in quegli anni) quasi esclusivo è costituito appunto dal pane. Col prezzo corrente nel 1862, quell'operaio, supponiamo con tre persone a carico, doveva dunque lavorare circa 111 giorni per guadagnare le 145 lire necessarie al solo frumento per la famiglia; e si noti che frumento non significa ancora pane!
      Se dunque dal salario annuo dell'operaio (per 300 giorni lavorativi, a L. 1,30 al giorno, L. 390) si detraggono L. 145 per il solo frumento, vien fatto di domandarsi in qual modo l'operaio avrà potuto provvedere alla casa, al companatico, al vestiario, alla luce, alle tante altre spese indispensabili(26).
      Non si può dunque tacciare d'esagerazione quanto affermano Geisser e Magrini, a conclusione delle loro ricerche: «Ben vero, i salari di mezzo secolo addietro appariscono ad un saggio pauroso di depressione».


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





Geisser Magrini