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      Per distruggere nelle masse l'attaccamento a quei regimi, si è cercato di sradicare la loro fede religiosa. Orbene, questa costituisce l'unico conforto per chi soffre; si tolga alle plebi il freno della religione ed esse cadranno in preda al piú assoluto materialismo, domanderanno conto dei loro diritti conculcati e seguiranno chi nella violenza additerà loro l'unico mezzo per abbattere i privilegi sociali.
      «Chi ha allevato questo popolo senza Dio, senza religione, educato alla sfrenatezza? Chi ha imbevuto questo popolo di una falsa idea di libertà? Chi gli ha ripetuto all'orecchio le mille volte che egli è indipendente, e sciolto dai legami dei pregiudizi antichi?... Non sono stati i moderni padroni? Il popolo gli ha intesi, e docile si mostra alle loro istruzioni; ed avendo imparato che la libertà consiste per l'uomo nell'operare a suo talento, fa ogni sforzo per porre alla pratica anche questa dottrina»(53).
      Dal liberalismo antireligioso al socialismo il passo è breve e inevitabile. Combattere il nuovo regime equivale dunque a «salvare l'Italia dal socialismo»(54). Questa, com'è noto, è la sintesi di tutta la propaganda clerico-reazionaria; ma che essa fosse precisamente ispirata e diretta a questo salvataggio non si direbbe davvero. Certo sortí tutt'altro effetto. Quando si scrive che se la classe operaia «cosí mal conosciuta, cosí iniquamente spregiata, cosí barbaramente, nel tempo della libertà e della filantropia, tiranneggiata ed oppressa»(55), se, insomma, il popolo che si logora «la vita per provvedere agli agi ed al lusso del milionario»(56) imparasse una buona volta a conoscer la sua forza e ad usarne «non sarebbe tanto spesso calpestato, deriso e ingannato»(57), si giunge non a salvare un paese dal socialismo, ma anzi, o cosí sembra, a precipitarlo nel medesimo.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





Dio Italia